Gentile dr. Uberti,
intanto benvenuto nell’ASL TO5!
La accolgo con simpatia perché incomincia questo suo nuovo mandato con il pesante peso dell’eredità lasciata dal dr. Maurizio Dore.
Lei lo sa benissimo che, nonostante le dichiarazioni auto celebrative e autoreferenziali di Dore, si troverà di fronte problemi che per vari motivi non sono stati risolti quando potevano essere risolti.
La accolgo con simpatia perché conosco la corte dei saltimbanchi che si appresterà con circospezione, suadenza ed invidia ad accoglierla. E tra essi ci saranno i più insidiosi. Non sta a me dirle di stare attento (e nemmeno oserei!) ad alcuni “consigliori” che vorranno rifarsi una verginità, in quanto consapevoli di essere responsabili, assieme a Dore (e non lo dico io, bensì la magistratura!), della prima gatta da pelare che si troverà ad affrontare: quella delle Sale Operatorie di Moncalieri.
La accolgo con simpatia perché dovrà fare quadrare un bilancio che si è retto solo su tagli lineari, senza nessuna programmazione di rete e che rischia di essere sgretolato dalle insipienza delle mancate scelte dell’ultimo triennio. Per citarle alcuni esempi: il depotenziamento del 30-40% della struttura ospedaliera del San Lorenzo, l’incuria e l’ignavia gestionale al Santa Croce (ascensori non funzionanti, sale operatorie non sicure, ecc.), i milioni di euro di mobilità passiva per un sevizio di Risonanza Magnetica che non si è voluto fare decollare a Chieri.
La accolgo con simpatia perché l’ignorata relazione Sala di 4 anni fa non le permetterà quella doverosa necessità di ponderazione che sarebbe opportuno assumesse nelle fasi iniziali, ma la inchioderà – invece e suo malgrado – a scelte da subito doverose, che non permetteranno alibi (pena incorrere negli strali della magistratura presso cui il documento è depositata nella sua interezza) e che riconoscono – giocoforza- il vero punto di partenza per una gestione corretta – sia in qualità che sicurezza – nel migliore utilizzo dei tre presidi ospedalieri della sua ASL, proprio sulla base di quegli stessi requisiti descritti della relazione tecnica, oltre che della possibilità di sviluppo, dell’economicità e dell’appropriatezza delle cure.
La accolgo con benevolenza perché può correre il rischio, al di là delle sue buone intenzioni che non metto in dubbio, di essere inserito in quel calderone di maldicenze, di qualunquismo e di populismo per cui “sono tutti ladri” o “rubano solo i nostri soldi”. So che, nella sua intelligenza e fortificato dalla sua esperienza, non si farà trascinare su questo terreno, insidioso oltre che offensivo a priori.
Lei sa però che quell’insipienza della precedente gestione che sta forzatamente portando alla scelta ipotizzata delle sale da campo o prefabbricate presso l’ospedale di Moncalieri (e sono consapevole che non può sussistere un DEA senza contiguità con sale operatorie operative d’urgenza), sta richiamando nell’immaginario collettivo (ma questa volta – si badi bene! – correttamente) l’idea di un esborso suppletivo di risorse economiche che poteva essere evitato, così come poteva essere evitato il maggiore esborso – se tutto fosse stato eseguito per tempo e con cadenza e progressione di investimenti – di altre risorse per portare a termine, a tappe imposte dalla magistratura e non da programmazione gestionale, la ristrutturazione e la messa in sicurezza delle sale operatorie di Moncalieri.
La accolgo con meno preoccupazione di quanto mi avrebbe affranto una riconferma di Dore da qualsiasi parte fosse avvenuta, perché – nonostante la complessità della situazione – ha a portata di mano alcune soluzioni efficaci e pertinenti. Penso, per stare sull’argomento delle sale operatorie di Moncalieri, tema da cui non possiamo esimerci perché rappresentano l’emergenza immediata, la possibilità di utilizzare a pieno regime quelle di Carmagnola (affiancate da un necessario servizio di “sub intensiva”, poco impegnativo economicamente anche solo se rapportato agli sprechi di materiale, come quello accatastato presso il magazzino ospedaliero di Carmagnola e anch’essi attribuibili alla precedente gestione Dore) in sinergia, inizialmente, con quelle “da campo” del Santa Croce e, successivamente, con una programmazione delle sedute che sfrutti appieno le risorse presenti nei due presìdi (così come conferma la relazione Sala riportando la percentuale degli impegni finanziari per manutenzione nei vari ospedali) senza dimenticare, ovviamente, di rivolgere lo sguardo anche a Chieri.
La accolgo con meno preoccupazione perché lei avrà ovviamente capito, con la perspicacia di cui è capace, che la “relazione Sala” è uno dei primi documenti che dovrà leggere (se non l’ha già fatto) e che essa sarà utile per indirizzare a valutare con raziocinio gli investimenti futuri. Sono consapevole che leggendola si accorgerà che il problema delle sale operatorie di Moncalieri è sola la punta dell’iceberg di tante serie problematiche (inerenti la sicurezza e il benessere degli utenti e degli operatori) che riguardano l’ASL TO5. Si renderà conto – leggendo fra le righe e valutando le criticità – che forse va rivisto il problema del Punto Nascita a Carmagnola e sono convinto che non le mancheranno gli elementi (se saprà mantenere la sua autorevolezza e autonomia di giudizio manageriale senza assoggettamenti di parte o partitici o di lobby pseudo massoniche endoaziendali) per convincere i responsabili regionali per un suo ritorno: non per campanilismo puro, ma per efficienza, sicurezza, sfruttamento degli spazi strutturali lasciati vuoti dalla gestione Dore e – se analizza bene – economicità e sicurezza (che, come vede, ritorna sempre!). Non le dico nel 2015, per i noti vincoli statali del piano di rientro di cui fa parte la liquidazione del Punto Nascita per l’ irresponsabile e “taroccata” scelta della giunta Cota, ma sicuramente è necessario pensarci per una strategia riorganizzativa dell’ASL TO5 nel 2016.
La accolgo con una certezza: peggio di Briccarello, Plastino, e Dore non potrà fare!
Non mi deluda!
Buon lavoro!
San Lorenzo